La scrittura lucida e commovente di Francesca Zanni incontra l'anima inquieta e controcorrente della poetessa statunitense
Al Teatro dell’Orologio di Roma dal 18 al 20 novembre, va in scena Tutti i miei cari scritto da Francesca Zanni e diretto da Francesco Zecca. Protagonista Crescenza Guarnieri.
Considerata la massima espressione della poesia confessionale insieme all’amica Sylvia Plath, in realtà la Sexton attraverso sé parla di tutto e di tutti, raccontando il nostro mondo liquido, senza punti di riferimento, senza - o con - troppe attese di un qualcosa di indefinito.
Francesca Zanni punta sulla valorizzazione dell’estrema attualità paragonando la sua pressante esigenza di rendere pubblico ogni suo pensiero all’atteggiamento tipico del social network.
Bella e dannata, infantile e sexy, atea e religiosa, contradditoria e prepotentemente donna. Combattiva e determinata, da casalinga demotivata a vincitrice del Pulitzer, tormentata e bipolare.
La regia di Francesco Zecca trasporta il disagio interiore di una casalinga frustrata degli anni ’50 fino a noi, esaltando l’attualità del testo con un uso calibrato della musica, delle luci e del corpo dell’attrice, il tutto diventa magma incandescente.
Ciò che ne esce è che si vede in scena è una donna che parla con noi e a noi, che potrebbe essere qualcuno che conosciamo, qualcuno che incontriamo ogni giorno per strada.
Tutti i miei cari è prodotto dall’Associazione Culturale Compagnia Stabile del Molise.